Quella delibera che rompe gli equilibri
13 giugno 2007 - Gazzetta del Sud
Atm Al vaglio del sindaco Genovese il provvedimento del Cda sugli avanzamenti di qualifica "sospetti" per molti dipendenti
La Rsu rincara la dose sulle presunte irregolarità. Spunta l'ipotesi commissariamento
di Tito Cavaleri
Messina - La vicenda assume contorni sempre più cupi. E la verità pare finalmente venire a galla; sospinta con forza proprio da quella discussa delibera n. 3/2007, destinata comunque a passare alla storia. Non solo per il futuro dell'Azienda trasporti. Perché il contestato provvedimento, sventolato nel giorno del recente sit-in dei lavoratori a Palazzo Zanca, è finito sulla scrivania del sindaco Francantonio Genovese che se ne sta occupando personalmente, come ha promesso agli scioperanti. E presto, molto presto, si saprà se quelle progressioni di qualifica per 75 dipendenti Atm (in gran parte dirigenti sindacali di spicco) sono legittime perché frutto di diritti acquisiti nel tempo (come ha dichiarato lo stesso presidente Franco Providenti) o se si è trattato, almeno per molti di loro, di "affettuosi cadeau" come hanno denunciato Rsu, Sdl e Cub. Sigle che gridano allo scandalo, parlando di delibera costruita ad hoc e camuffata da intervento volto a risolvere pesanti contenziosi attraverso transazioni intelligenti poiché capaci di far risparmiare quattrini all'azienda (gli altri sono stati già incassati dai dipendenti interessati e talvolta toccano quota 12 mila euro lordi per ciascuno). Ma se per alcuni la scelta sarebbe giustificata, per molti altri si è trattato addirittura di veri regali: lavoratori che non avevano nulla a pretendere e che si sarebbero "inseriti" all'ultimo momento approfittando dell'"infornata": un treno insomma da prendere al volo.
Tutto ciò si potrà evincere con estrema facilità (lo sta facendo il primo cittadino) dal momento che per ogni lavoratore "beneficiato" dalla delibera Atm ci sarà (si spera!) il relativo riscontro tecnico-legale che attesta le spettanze.
Il problema è che delle pratiche da controllare, a Palazzo Zanca, ne mancherebbero alcune all'appello e per molte altre il riscontro si limiterebbe a un solo foglio, francamente poco convincente.
Cosa è accaduto realmente? L'assessore alla Viabilità, Arturo Alonci, che cura i rapporti con l'Atm, ha ribadito, a nome del sindaco, che in questi giorni si farà chiarezza sulla vicenda attraverso rigorose verifiche. Il presentimento non è dei migliori tanto che qualcuno al Comune già parla di imminente commissariamento dell'azienda. Un'ipotesi profilatasi all'orizzonte sin dal giorno dello sciopero. Drastica conclusione, certamente dovuta se i riscontri non dovessero convincere. «Le presunte irregolarità che inchioderebbero il Cda di via La Farina ci sono eccome – sostengono dalla Rsu – basta dare un'occhiata agli scatti concessi ai dipendenti. A prescindere dalla transazione dei 35 ricorsi in sede di giudizio – specificano i sindacalisti Urdì, Sutera, Piccolo e Burgio – registriamo che quasi la totalità dei beneficiari impersonifica dirigenti sindacali storici, i quali grazie alla delibera sono ora anche dirigenti aziendali». Compensi a parte, i lavoratori hanno comunque usufruito degli avanzamenti di qualifica (ora al vaglio del sindaco). Scatti addirittura doppi in alcuni casi, come per il segretario regionale degli autoferrotranvieri Cisl, Letterio Sturiale (che il giorno prima dell'annunciato sciopero si era dissociato dalla protesta), il quale da collaboratore d'ufficio (parametro 175) è stato promosso direttamente a coordinatore d'ufficio (parametro 205), scavalcando il precedente passaggio (parametro 193) di tecnico amministrativo. Stessa sorte per i colleghi (tutti noti sindacalisti) Placido Signorino, Annunziato Mondello, Domenico Guerrera, Angelica De Marco e Rocco Centorrino. «Un bel salto in lungo – commenta Filippo Sutera del Cub – di cui il presidente Providenti forse non era a conoscenza dal momento che per tutti i riconoscimenti ha parlato di un solo scatto. Comunque, ripeto, l'operazione è stata portata a termine senza alcuna forma di relazione sindacale, scavalcando l'obbligo dell'informativa e della contrattazione con la Rsu. E adducendo peraltro un nuovo fabbisogno organico, senza l'esistenza di alcuna pianta organica d'azienda». Il Cda Atm era già stato censurato dal giudice del lavoro per attività antisindacale. Ma ora, a quanto pare, le rappresentanze dei lavoratori sono intenzionate ad andare oltre, senza escludere di rivolgersi direttamente alla Procura della Repubblica. Nell'occhio del ciclone, dopo le recenti spiegazioni di Providenti che ha respinto con classe l'attacco Rsu, è tornato pure il tanto conteso protocollo del 17 aprile sulla cosiddetta indennità evitati sinistri. Accordo disatteso, secondo i sindacati, malgrado questi ultimi avessero rinunciato persino all'assemblea in programma il giorno dopo (il 18 aprile) dopo aver ricevuto garanzie dall'azienda che si era impegnata in un successivo incontro a stabilire tempi e modi di pagamento dell'indennità agli autisti (250 euro quadrimestrali). A distanza di dieci giorni da quella strappata promessa, in una nota fatta pervenire alle rappresentanze dei lavoratori, il Cda rimetteva sorprendentemente in discussione quanto concordato in precedenza. Nella nota del 27 aprile scorso l'Atm infatti «esaminate le istanze, considera meritevoli di approfondimento tutte le richieste e per questo... si impegna a predisporre entro quindici giorni una piattaforma complessiva di discussione che preveda il rinnovo e l'ammodernamento del premio di risultato, in rigorosa aderenza agli accordi che disciplinano la materia».