RFI, avviare le procedure per lo stato di agitazione nazionale dei ferrovieri

Nazionale -

L’incontro di contrattazione ambito DOIT Roma per il rinnovo del c.d. accordo quadro si è concluso con la concessione sindacale di una proroga a fine gennaio 2022 del vigente omologo accordo. Tale esito è stato condiviso dai firmatari per garantire il meccanismo organizzativo del settore in attesa di prossimi eventi (sviluppi del confronto nazionale per rinnovo Ccnl) che potrebbero sostenere più concretamente le richieste aziendali; la cui condivisione, oggi, sarebbe uno sfondamento politico non permesso anche ai più disinvolti mestieranti sindacali: in particolare per il lavoro notturno domenicale e l’eliminazione dei vincoli territoriali per la terza notte di cui agli accordi nazionali di riorganizzazione vigenti.

Intanto continua la comprensibile indifferenza dell'azienda, come quella ipocrita e mistificante dei rappresentanti sindacali firmatari, verso la mancata partecipazione assembleare dei lavoratori alla contrattazione; lavoratori i quali sono tenuti in stato di passività rispetto agli scenari organizzativi sanciti da accordi già inaccettabilmente appesantiti dalle esigibilità extra contrattuali concesse a management e padronato privato ferroviari, e soprattutto rispetto alla prefigurazione di scenari di ulteriore avanzamento delle pretese padronali e arretramento delle esigibilità contrattuali dei lavoratori stessi.

La discussione è ormai ridotta all'orizzonte delle richieste aziendali, con le controparti concordanti sui pilastri delle relative politiche industriali. Politiche oggi super finanziate dai fondi UE e con le quali il management industriale nazionale sta alimentando l’accelerazione della sua azione storica di smantellamento degli impianti contrattuali acquisiti; mentre i sindacati firmatari garantiscono, prima di tutto ostacolando la partecipazione assembleare, la neutralizzazione del potenziale conflittuale dei lavoratori per la rivendicazione di risorse a favore delle tutele e della sicurezza sul lavoro, dell’occupazione, delle valorizzazioni professionali e della possibile riduzione dell’orario di lavoro stesso.

Abbiamo dunque ribadito fortemente la richiesta urgente di convocazione delle assemblee da parte della RSU 9 (e delle OOSS), insieme alla non condivisione degli accordi vigenti in quanto strumenti peggiorativi delle condizioni di lavoro, e riproposto l'applicazione di strumenti contrattuali come la multi-periodicità per gestire i picchi di produzione, nel frattempo che si promuova un percorso di effettiva soluzione dei cronici problemi occupazionali e professionali di cui soffre l’apparato organizzativo di RFI; il che va discusso (appunto), sindacalmente e politicamente, insieme ai lavoratori rispetto allo scenario complessivo dei rischi e delle opportunità dati dalla attuale fase politico economica del paese.

In linea con l’iniziativa di mobilitazione aperta da USB e dalle altre organizzazioni sindacali di base con lo sciopero generale del 15 ottobre per contrastare le politiche governative di sostegno esclusivo alle pretese padronali, e tali pretese stesse, riteniamo che sia necessario avviare le procedure per lo stato di agitazione nazionale dei ferrovieri tutti, e per il settore manutenzione infrastrutture anche a livello territoriale, e su questo basare la posizione dei lavoratori interessati sui tavoli di contrattazione presenti e futuri.

Nei prossimi giorni promuoveremo con i nostri delegati l’ennesima richiesta alla RSU 9 e alle altre OOSS regionali di convocazione urgente delle assemblee, e contemporaneamente incontri on line (fuori orario di lavoro) aperti a tutti i lavoratori interessati alla partecipazione di una possibile alternativa sindacale: per fermare il peggio e rivendicare il meglio.

Unione Sindacale di Base - Lavoro Privato - Attività Ferroviarie

9-12-2021