RFI, le pretese padronali e le complicità sindacali
Abbiamo letto la coppia di documenti sindacal-societari sulla revisione dell'orario di lavoro della manutenzione infrastrutture di RFI, circolati sui telefoni privati di alcuni lavoratori nei giorni scorsi,
Un piano di azione tanto vetusto quanto nefasto, soprattutto alla luce delle reali condizioni di sicurezza dei lavoratori del settore: da marzo 2018 a oggi nove lavoratori hanno perso la vita nei cantieri di RFI, e decine sono rimasti feriti anche gravemente.
A quasi due anni dalla scadenza dei contratti di lavoro (CCNL Mobilità e contratto di Gruppo FSI), mentre procede sotto gli occhi di tutti la linea societaria di sfondamento dei limiti contrattuali sulle prestazioni di lavoro e sui riposi giornalieri e settimanali (anche in barba ai già pessimi accordi firmati per le attività di manutenzione nelle varie Direzioni Territoriali Produzione), è assolutamente inaccettabile anche solo sentir parlare di revisione dell'orario di lavoro e di incremento del lavoro notturno a mezzo di un nuovo accordo di settore.
Così come è ridicolmente mistificatorio da parte delle OOSS collaborativiste diffondere dati sulle assunzioni nel settore per il triennio 2017-2020 (1700 a fine periodo), come fossero evidenza dell'impegno societario a risolvere il problema dei sottorganico negli impianti, sviando l'attenzione dal confronto con le uscite per quiescenza, le inidoneità, le assegnazioni a altre mansioni degli ultimi anni, che rendono un saldo degli organici operativi evidentemente negativo: rispetto alla situazione occupazionale del settore fino al 2010, ad oggi, mancano all'appello almeno 8.000 posti di lavoro e migliaia di posizioni di Tecnico della manutenzione.
USB denuncia ai lavoratori il tentativo societario di imporre l’esigibilità datoriale di flessibilità dell’orario di lavoro (fiora) non previste dai contratti, attaccando direttamente i cardini delle tutele per i lavoratori del settore sulla collocazione della prestazione giornaliera (esigendo sempre più notturne e abrogando il vincolo contrattuale della fascia temporale 7,00-19,00) e settimanale (abrogazione del nastro su 5 g.g. e imposizione di un nastro su 7 g.g. ), con cui cogliere un obiettivo da lungo tempo mirato con le deroghe al contratto di cui agli accordi territoriali per le attività produttive delle DTP e con le pratiche di gestione basate sull’uso improprio degli istituti della reperibilità/disponibilità: appunto, lo svincolo dalla contrattazione e dal pagamento extra delle richieste di prestazioni lavorative contrattualmente non previste;
così come denuncia la complicità delle OOSS firmatarie, sia nel legittimare le assurde pretese del padronato ferroviario dandogli eco nei comunicati unitari fatti circolare ad personam tra i lavoratori, sia per la ostinata protervia con cui praticano la demolizione dei diritti sindacali, come quello d’assemblea, per una sempre più totale esclusione dei lavoratori dai processi di (in)formazione (sulle) delle scelte, e sempre più ristretti spazi di democrazia reale.
USB attiverà ogni risorsa organizzativa contro questo becero tentativo di attacco all’orario e alle condizioni generali di lavoro nel settore manutenzione; e contro la possibilità di veder sanciti nel prossimo rinnovo ulteriori arretramenti contrattuali (acquisiti dal padronato con la complicità delle OOSS firmatarie di accordi non condivisi dai - e con i - lavoratori), richiama i ferrovieri alla mobilitazione per imporre la volontà di partecipazione assembleare e l’esigenza di conflitto verso le assurde pretese padronali contenute nelle rivendicazioni del management societario; partecipazione e conflitto per la rivendicazione di miglioramenti delle condizioni di lavoro, di salute e sicurezza, e per la democrazia sindacale che USB promuoverà e sosterrà ovunque vi sia l’esigenza e la disponibilità dei lavoratori interessati.
UNIONE SINDACALE DI BASE Lavoro Privato - Attività Ferroviarie