RFI: l’obiettivo è fermare l’accordo del 10 gennaio, basta prese in giro! Ecco gli strumenti a disposizione, il 3 maggio è sciopero
Mentre sono in svolgimento le assemblee della struttura di USB ferrovieri in giro per le varie DOIT, assistiamo al colpo di scena dell’avvio delle procedure di opposizione da parte di alcune federazioni territoriali di Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Orsa e Fast Confsal, contro le azioni unilaterali messe in atto da RFI negli ultimi giorni.
È un passaggio che non può essere considerato negativo ma, a costo di apparire cinici, noi vogliamo essere chiari fino in fondo nei confronti di tutti i lavoratori e lavoratrici di RFI che stanno lottando per il presente e il futuro delle loro condizioni di lavoro nel settore manutenzioni infrastrutture: il nostro obiettivo è respingere i contenuti dell’accordo del 10 gennaio, contro cui si oppone la maggioranza dei ferrovieri, e non siamo disposti a farci prendere in giro.
La reazione seppur tardiva da parte di chi rappresenta quelle sigle, che hanno consegnato al management societario l’obiettivo storico della destrutturazione contrattuale degli orari di lavoro consolidati nel settore stesso, non è credibile se non è accompagnata dal ritiro delle firme da quell’accordo.
Infatti, il percorso che proponiamo è composto di alcuni passaggi:
- Il ritiro delle firme da quell’accordo infame come parola d’ordine dello sciopero del 3 maggio, non altre. In quel giorno i lavoratori dovranno aderire compatti come fatto finora, popolando i presidi che saranno indetti per poi puntare verso l’ulteriore iniziativa nazionale che dovrà essere programmata per giugno.
- È assolutamente giusta quanto necessaria la reazione compatta contro tutte le attuali e eventuali azioni unilaterali portate avanti dalle aziende manutenzione di RFI in violazione dell’articolato contrattuale e pattizio finora vigenti, attraverso le procedure, in autotutela, già note (M40 per reiterazione ordine), tese anche ad avviare i contenziosi di carattere legale.
- Come ulteriore strumento di contrasto contro le azioni unilaterali di RFI, USB ha indetto uno sciopero degli straordinari dal 3 al 23 maggio prossimo venturo per tutto il personale degli impianti manutenzione di RFI.
- Allo stesso tempo, questo vale anche nello scenario diverso dove, come a Reggio Calabria, Cagliari e Genova, vengono sottoscritti gli accordi territoriali dalle medesime sigle sindacali. Deve essere chiaro che un accordo sottoscritto da RSU decadute dalla fine del 2018 (come riportato nel regolamento all’art.7) non è applicabile a tutti coloro che sono iscritti a USB o altre sigle che hanno manifestato formalmente la contrarietà a tale accordo oppure non siano iscritti affatto a sindacati.
- Per fare questo USB ha già predisposto un modulo che, come stiamo spiegando nelle assemblee, serve al singolo lavoratore per poter manifestare l’adesione formale a questa nostra posizione, che potrà essere impugnata a giudizio in base alle vigenti norme giuridiche interconfederali (accordo 10 gennaio 2014). Questa opposizione non può essere prodotta da nessuna delle sigle sindacali firmatarie fino a che non abbia revocata la propria firma dall’accordo.
- Rimane centrale la necessità di avviare il rinnovo immediato delle RSU scadute a fine 2018: questo sarebbe il vero momento democratico di verifica dell’accordo del 10 gennaio, diritto finora negato a tutti. Per questo USB ha già inviato una pima lettera ad Azienda e OO/SS per chiedere l’avvio della procedura; anche su questo tema chiamiamo tutte le altre sigle ad assumersi le loro responsabilità e siamo attesa di vedere se e cosa risponderanno.
La grande reazione messa in campo dai ferrovieri della manutenzione sta producendo l’impasse nell’applicazione pratica dell’accordo. La posta in gioco è, oltre il peggioramento delle condizioni di lavoro del settore, un attacco al sacrosanto diritto alla democrazia sindacale nei posti di lavoro, al diritto di esprimere parere sugli accordi e a quello di ciascun lavoratore di scegliere liberamente da chi farsi rappresentare.
Così come abbiamo detto subito che per l’importanza di questa vertenza si deve essere pronti alla durata della lotta, preparandosi a cogliere reali obiettivi, con precisione e chiarezza.
Sarebbe tutto molto più semplice se i sindacati firmatari prendessero semplicemente atto del profondo dissenso emerso un secondo dopo la firma di questo accordo e ritirassero le firme, (accordo che tra l’altro vede solo 3 DOIT su 15 aver sottoscritto verbali applicativi) ma al momento non vediamo traccia di questa intenzione. Fino a che non ci sarà questo passaggio, i proclami che leggiamo sui comunicati suonano solo come prese in giro e come fumo negli occhi dei ferrovieri per prendere tempo.
Per tutto questo USB sta mettendo a disposizione i propri strumenti organizzativi, e invita tutti i lavoratori al fondamentale impegno di non mollare sugli scioperi e sulle manifestazioni di piazza a cominciare da quello del 3 maggio, i ferrovieri della manutenzione di RFI hanno già dimostrato di avere la forza e la determinazione per battersi a viso aperto in questa grande vertenza.
Andiamoci a prendere quanto rivendicato: smentiamo e smontiamo l’accordo del 10 gennaio 2024!
USB Trasporto Ferroviario