Rinnovo CCNL 2024/2026 Autoferrotranvieri: un accordo frettoloso per fermare la protesta dei lavoratori
L’Unione Sindacale di Base Lavoro Privato denuncia con forza il carattere puramente politico e strumentale del rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro Autoferrotranvieri 2024-2026, siglato in tutta fretta da governo, associazioni datoriali (Asstra, Anav, Agens) e dai sindacati confederali CGIL, CISL, UIL, UGL e FAISA, con l’unico obiettivo di disinnescare lo sciopero nazionale indetto da USB L.P., proclamato per la giornata del 13 dicembre 2024, in quanto rifletteva il forte malcontento dei lavoratori del trasporto pubblico locale.
Dietro la propaganda di un “accordo storico” si nasconde una realtà ben diversa: coperture economiche insufficienti, promesse non mantenute e un contratto che rischia di pesare ancora di più sui lavoratori.
Lo ammettono le stesse controparti datoriali: in una lettera inviata il 22 ottobre 2025 ai ministri Salvini, Rixi e Giorgetti, Agens, Anav e Asstra hanno dichiarato che «la copertura prevista si discosta significativamente dal costo complessivo del rinnovo del contratto», evidenziando un gap che «non è assorbibile dal sistema produttivo del settore».
Nonostante la consapevolezza dell’inaffidabilità degli impegni presi dal Ministro Salvini e dal Governo tutto, si è scelto di sottoscrivere un contratto privo delle necessarie garanzie finanziarie lasciando l’intera categoria di un servizio pubblico essenziale, come quello del trasporto pubblico locale, in una situazione di perenne incertezza.
Il governo, dal canto suo, ha dirottato le maggiori entrate derivanti dall’allineamento delle accise sul Fondo per la delega fiscale, sottraendo risorse destinate a coprire i costi del rinnovo contrattuale.
Il risultato è un contratto che, a fronte di un fabbisogno stimato in 270 milioni per il 2025, 370 per il 2026 e oltre 500 milioni annui dal 2027, dispone di coperture tra gli 80 e i 180 milioni.
Una differenza abissale
che renderà impossibile qualsiasi reale miglioramento salariale o normativo.
Torniamo oggi con forza a denunciare la complicità delle sigle sindacali che ancora una volta hanno preferito firmare un accordo vuoto pur di mantenere un ruolo politico nei tavoli negoziali, tradendo gli interessi di oltre 110.000 lavoratori del trasporto pubblico locale, i cui salari e diritti restano fermi da anni.
Un’operazione che nulla ha a che vedere con la tutela del lavoro, ma molto con la gestione del consenso e la volontà di spegnere sul nascere la vasta mobilitazione sostenuta da USB lavoro Privato.
Il rinnovo del CCNL non può ridursi a un atto formale o a un esercizio di equilibrio nei conti pubblici: deve essere un contratto reale, pienamente finanziato, costruito dal basso attraverso la partecipazione diretta dei lavoratori e non con accordi di vertice siglati nelle stanze del potere.
È necessario rilanciare la mobilitazione del settore affinché venga riconosciuto finalmente il valore sociale, economico e umano del lavoro svolto ogni giorno da chi garantisce il diritto alla mobilità pubblica.
Questi i presupposti con i quali il Coordinamento Nazionale, USB Lavoro Privato settore TPL, nel confermare la propria contrarietà alla “farsa” di questo rinnovo contrattuale, convoca per il giorno;
martedì 18 novembre 2025
un’assemblea nazionale dei delegati e degli iscritti presso la sede Nazionale di Roma;
un appuntamento di organizzazione del settore ma anche di analisi della delicata fase di “economia di guerra” imposta nel paese per la quale la nostra O.S. ha lanciato una specifica piattaforma ed uno sciopero generale per la giornata del 28 novembre 2025.
Una piattaforma e una mobilitazione di sciopero generale, che contrappone la questione salariale e sociale ai piani guerrafondai del Governo ponendo con forza l’esigenza di garantire l’adeguato potere d’acquisto delle retribuzioni.
Coordinamento Nazionale USB Lavoro Privato, settore TPL