Sicurezza ferroviaria, a 10 anni dalla nascita dell'ANSF troppi dubbi sul funzionamento di un ente di burocrati
Giovedì a Firenze si celebrano i primi 10 anni di vita della ANSF (Agenzia Nazionale Sicurezza Ferroviaria) istituita in ossequio alle disposizioni normative europee con il compito di esercitare la sorveglianza sull’esercizio delle ferrovie in piena liberalizzazione degli operatori sia cargo che passeggeri, fino ad allora svolta dal gruppo Ferrovie dello Stato.
In questa occasione, USB ritiene doveroso ricordare che ancora non ci sono risposte ai dubbi e alle preoccupazioni che abbiamo espresso mesi fa sulla situazione all’interno di ANSF nonché sui pesanti interrogativi sul funzionamento di un ente che ha un compito di tale importanza e delicatezza per la sicurezza di lavoratori e passeggeri.
L’attuale quadro dirigente dell’ANSF è tuttora composto al 50% da nominati, alcuni del tutto estranei al mondo ferroviario e alle competenze che sarebbero necessarie per rivestire quel ruolo mentre, dopo le doverose dimissioni da AD delle Ferrovie della Calabria da parte dell’attuale direttore del personale dell’ANSF, in palese conflitto di interessi tra controllore e controllato, le direzioni vitali risultano ancora affidate in modo congiunto a un unico dirigente, creando un imbuto critico di capacità decisionale e organizzativa, in particolare quelle relative al controllo ispettivo e al settore norme.
L’ANSF di oggi risulta essere del tutto sbilanciata a favore di settori non operativi, scoprendo invece il lato ispettivo, che pure dovrebbe essere il “core business” dell’Agenzia, registrando anche la drastica diminuzione del personale proveniente dai settori tecnici e ispettivi delle ferrovie.
Quindi, la gestione della sicurezza, risulterebbe essere affidata a un Ente assai burocratico e molto poco operativo, guidato da una classe dirigente in molti casi non di esperienza ferroviaria.
Noi non possiamo essere sicuri che questa situazione permetta di svolgere correttamente il ruolo istituzionale per il quale ANSF è stata creata; per questo motivo riteniamo preoccupante che alcune questioni poste da USB non siano state affrontate dal governo Gentiloni.
I numeri impressionanti pubblicati dal comitato vittime della strage di Viareggio sull’efficacia dell’attività di ANSF e gli interventi fatti rispetto agli incidenti, dovrebbero allarmare tutta la classe politica italiana prima di chi sui treni ci lavora o ci viaggia.
USB procederà a chiedere un immediato incontro al prossimo governo per affrontare la situazione preoccupante che rileviamo nell’Agenzia Nazionale per la Sicurezza Ferroviaria e quali misure intendano mettere in atto per dare risposte vere a problemi drammatici.
Non ci può minimamente interessare l’attivismo dopo che accadono incidenti gravi, come nell’ultimo caso di Pioltello; è il caso di chiedersi se davvero si sta facendo “tutto il possibile” per evitare che questo accada ancora, passaggio di cui il corretto funzionamento di ANSF è un tassello fondamentale.
Unione Sindacale di Base