STRAGE DI VIAREGGIO: TUTTI CONDANNATI I DIRIGENTI IMPUTATI DELLE FERROVIE

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Ieri 31 gennaio 2017 il tribunale di Lucca ha emesso la sentenza di primo grado per gli imputati delle ferrovie e delle altre società coinvolte nella strage di Viareggio del 29 giugno 2009: 32 persone bruciate nelle loro case, nell’incendio del GPL fuoriuscito da una cisterna squarciata a seguito del deragliamento del treno. Ventitre  pesanti condanne che piombano, a distanza di più di sette anni dalla tragedia, anche su tutti gli imputati di RFI e Trenitalia: sette anni a Mauro Moretti, sette anni e sei mesi a Michele Elia e Vincenzo Soprano, sei anni e sei mesi all’ex dirigente di RFI, oggi vice direttore dell’ANSF Giulio Margarita.

 

Una sentenza che quasi dimezza le richieste di condanna dei PM, ma fa piena luce sulle responsabilità di questi dirigenti manager delle ferrovie evidenziando la gravità delle loro inadempienze per garantire la sicurezza della circolazione ferroviaria.

La grande e tenace mobilitazione dei familiari delle vittime della strage, dei ferrovieri che li hanno sostenuti e incoraggiati, e che ha coinvolto negli anni molte delle associazioni di familiari delle vittime delle altre stragi italiane, ha ottenuto il suo primo importante risultato; da qui ora si prosegue per consolidare il verdetto dei giudici di Lucca, per una ferrovia sicura e bene comune del Paese,  e pretendere che i condannati siano rimossi dai loro incarichi di prestigio e responsabilità nelle grandi imprese del Paese.

 

Pretendere per esempio la rimozione di Mauro Moretti da amministratore delegato di Finmeccanica; verso l’ex ad di FSI, che all’epoca dei fatti licenziò il ferroviere Riccardo Antonini per infedeltà alla società, in quanto si dichiarò disponibile a supportare i familiari delle vittime nella ricerca della verità sull’incidente: il governo agisca in responsabilità e sani questa clamorosa situazione che vede un condannato per omicidio plurimo aggravato alla guida della grande società pubblica, e un altro, Giulio Margarita, figura apicale dell’Agenzia Nazionale per la Sicurezza Ferroviaria.

 

Uno scempio del diritto civile e del lavoro quello del licenziamento di Riccardo Antonini, perpetrato con  pre-potere da manager senza scrupoli sociali e nell’indifferenza delle istituzioni del Paese; ma non in quella di tanti compagni di lavoro delle ferrovie, dei familiari delle vittime e della popolazione viareggina tutta, che da subito hanno denunciato il grave atto repressivo e sostenuto Riccardo in ogni modo,  pretendendo la sua reintegra al lavoro.

Ora una sentenza come un macigno, a dirci che Riccardo Antonini aveva ragione, avevano ragione i familiari delle vittime, i ferrovieri, quando reclamavano verità, giustizia e sicurezza; e aveva torto Mauro Moretti nella sua arrogante difesa che lo portò a definire l’immane strage che aveva colpito Viareggio “ … uno spiacevolissimo episodio”.

 

Ieri i giudici di Lucca hanno proceduto nella loro responsabilità per la giustizia penale, ora  aspettiamo giustizia e responsabilità sociali dalle altre istituzioni dello Stato italiano: licenziare i manager pregiudicati e reintegrare il ferroviere Riccardo Antonini può essere il primo passo.