Traffico aereo 2018, i dati Enac confermano il paradosso: crescita senza sviluppo

Roma -

I dati ufficiali pubblicati giovedì 28 marzo da Enac sul trasporto aereo relativi al 2018 fotografano per un altro anno consecutivo una crescita imponente del settore:

184.810.849 passeggeri sono partiti, arrivati e transitati negli aeroporti del nostro Paese con una crescita del 5,8%, mentre il tasso medio degli ultimi 16 anni è stato del 5,9% l'anno.

 

Un tasso di crescita paragonabile alla Cina, ma di fronte al quale si registra:

la scomparsa (o quasi) dei vettori nazionali e l'egemonia delle low cost (caso unico in Europa) in un sistema dove esiste il fenomeno del dumping contrattuale

Un sistema aeroportuale che cresce registrando, anche attraverso gli appalti e l’utilizzo delle cooperative, tassi di precariato enormi.

La riduzione ai minimi termini del polo manutentivo nazionale.

L'ente regolatore, Enac, che ha bisogno di rilanciare il suo ruolo di controllo e ispezione.

Enav vittima di una privatizzazione senza senso che non ha ancora reinternalizzato l'apparato di manutenzione dei radar.

Più di 14.000 lavoratori (più del 25% originario) che sono stati espulsi o che hanno avuto e avranno bisogno di ammortizzatori sociali.

Alla crescita possente dei dati di traffico continua inesorabilmente a non corrispondere alcun tipo di sviluppo, inteso come benessere e beneficio per il Paese se non per le tasche di qualche attore di questo sistema, in un paradosso senza fine che USB denuncia con ostinazione e spesso inascoltato dal 2003.

 

L'illusione di poter affidare un settore così strategico alle low cost oppure a compagnie straniere, nella più totale deregulation, è costato alla collettività miliardi di euro tra disastri sociali e la perdita progressiva di connettività in particolare di quella intercontinentale, fondamentale per i flussi turistici.

 

Abbiamo registrato tante belle dichiarazioni e un disegno di legge quadro, ma ancora oggi mancano all'appello una politica di settore, un sistema di regole uguali per tutti gli operatori e un intervento sugli insostenibili squilibri dentro gli aeroporti.

 

Le ultime notizie che leggiamo sulla stampa confermano che non possiamo più affidare il rilancio delle compagnie (vedi Alitalia e Airitaly), la ricostituzione del polo manutentivo, la riforma del sistema aeroportuale e il futuro di Enac e Enav all'iniziativa privata; questo è stato già abbondantemente fatto nel passato e il risultato è sotto gli occhi di tutti.

Il trasporto aereo è un asse strategico del nostro Paese e l’importanza del settore è fondamentale, sia per consistenza numerica dei lavoratori che come bene fondamentale della collettività.

 

Dopo il primo sciopero di 4 ore fatto lo scorso 8 marzo, USB rilancia la vertenza generale sull'intero sistema del trasporto aereo verso un altro appuntamento di mobilitazione; continueremo a chiedere al Governo e a tutti gli attori di mettere in atto tutto quanto necessario per rompere l'insostenibile paradosso di una crescita senza sviluppo.

 

Contro una normativa antisciopero che limita le azioni di lotta, contro la ricerca continua di massima produttività a scapito anche della sicurezza dei lavoratori e degli utenti.

 

Unione Sindacale di Base – Lavoro Privato – Trasporto Aereo

 

28 marzo 2019