Un accordo è sempre meglio di un cazzotto nei denti (!?)
Crediamo che quella descritta nel titolo sia stata l'ideona che ha guidato i firmatari dell'accordo del 18 febbraio scorso:
- 890,00€ (al livello C1) di vacanza contrattuale per il triennio 2018/2019/2020, che attribuendo al livello F2 un importo di 689,92€, sale fino a 1.193,57€ previsti al livello Q1 (503€ differenza totale). Si poteva pensare, in tempi di crisi, in maniera solidale, invece la cifra di incremento maggiore spetta al livello Q1 (144,89€); gli altri 15 livelli si dividono i restanti 358,76€, con incrementi, in alcuni casi, di ben 13,3€ (differenza livelli F2/F1 - E3/E2 - D3/D2); la bellezza di 400€ come welfare aziendale invece del premio di risultato 2020;
- i 100€ già attribuiti e magnificati nel 2016 dai firmatari come grande risultato, ora si potranno spendere anche in voucher, buoni, ecc...
Morale della favola:
- Dal 2021 i 100€ di welfare (già nostri dal 2016), saranno ricicciati e li potremo spendere, bontà loro, in un più ampio “mercato” sempre consigliato dall'impresa, e se poi non saremo in grado di (o non vorremo) spenderli nelle magnifiche opportunità offerte dal welfare aziendale, allora andranno in automatico (come già succede) in EUROFER. Acqua riscaldata!
- Siccome non ci pagano il premio di risultato 2020 (1.150€ al livello C), allora ci concedono una "una tantum" di 400€ di welfare aziendale da spendere e spandere come alla voce precedente: cioè paghiamo noi il welfare aziendale che è un affare (anche fiscale) per il padronato!
- Come dimenticare la triennale vacanza contrattuale: 890,00€ al livello C1, sono gli unici soldi veri; un misero riconoscimento economico che potrebbe chiamarsi "indennità scurdammc o passat ...".
Abbiamo la sensazione che questo accordo stia tutto nella politica confindustriale di privatizzazione dello stato sociale, spostando pezzi di welfare dalla tutela pubblica alle assicurazioni/fondi privati. Il tutto a completo discapito di lavoratori/cittadini che, rinunciando adesso a veri e adeguati incrementi stipendiali, continueranno poi a vivere ( possibilmente) e ad ammalarsi ( purtroppo) anche dopo essere usciti dai processi produttivi.
Così come i 400€ nel welfare aziendale: come non ricordare la defiscalizzazione dei cosiddetti "fringe benefit" per il 2020 (welfare aziendale) che è raddoppiata, portando la somma esente da 258,23€ a 516,46? Ancora una picconata alle casse e alle tutele sociali pubbliche, e farina ai mulini padronali e dei comitati composti da uomini dell'impresa e dei sindacati firmatari.
Non una parola è stata spesa invece sull'extra prezzo che i lavoratori delle ferrovie stanno pagando da anni in termini di salute e sicurezza: con queste premesse che possiamo aspettarci dal prosieguo della trattativa per il rinnovo contrattuale 2021-2024?
Ribadiamo dunque la necessità di costruire un'adeguata opposizione ai comitati d'affari sindacal- societari, per rivendicare:
- il rifiuto di collaborare alla distruzione dello stato sociale pubblico
- reali incrementi del potere di spesa degli stipendi (30% sui tabellari)
- diminuzione dell'orario di lavoro (almeno ritorno alle 36 ore settimanali)
- reali tutele per la salute e la sicurezza
- il blocco ai tagli occupazionali e massicce assunzioni di personale nell'esercizio
- il potenziamento dell'apparato produttivo di RFI e la diminuzione degli appalti nella manutenzione infrastrutture
UNIONE SINDACALE DI BASE Lavoro Privato - Attività Ferroviarie