Usb info: Ita Airways licenzia senza nessun rispetto i lavoratori reintegrati. Le persone non sono numeri

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In questi giorni abbiamo assistito a un atto di profonda ostilità verso i lavoratori.

I colleghi che avevano vinto in primo grado la causa contro Ita relativa all’applicazione dell’articolo 2112 del Codice Civile ed erano stati legittimamente reintegrati, sono stati licenziati dopo che la sentenza d’appello ha ribaltato il verdetto.

L’azienda non ha voluto attendere nemmeno le motivazioni, preferendo agire in modo freddo e privo di qualsiasi rispetto umano. Ricordiamo che questa vicenda approderà alla valutazione della Corte di Giustizia Europea e pertanto questo atto già pesante rilancia una sfida all’ultimo sangue con i dipendenti colpevoli solo di volersi riprendere il posto di lavoro che era nella compagnia aerea.

Trattati come numeri, chiamati e messi alla porta, questi lavoratori e le loro famiglie sono in balia di decisioni aziendali spietate, mentre il sindacato confederale utilizza questa vicenda per giustificare la propria inerzia e inadeguatezza davanti a 2000 licenziamenti da poco avvenuti.

Nei giorni scorsi abbiamo anche dovuto leggere, da qualche indegno pulpito sui social, la difesa d’ufficio delle nefandezze seguite alla distruzione di Alitalia. Si tratta di posizioni espresse da persone senza midollo né decoro che hanno ancora il coraggio di scrivere o parlare magari dopo aver richiesto a qualche garante l’assunzione in Ita, ma in ogni caso questa resta una vicenda tra le più vergognose degli ultimi anni.

Non si tratta soltanto di una riprovevole questione di insensibilità: è il simbolo dell’oscena insipienza della politica, dell’inadeguatezza della classe dirigente e dell’assenza di una strategia industriale.

La nostra Compagnia di Bandiera, un tempo simbolo dell’Italia nel mondo, è stata svenduta a interessi stranieri, con un’operazione impostata dall’allora governo Draghi e poi conclusa alla faccia del tanto sbandierato sovranismo, dal Governo Meloni.

Mentre Lufthansa rafforza la propria posizione sul mercato italiano, riesce a fare nel nostro Paese ciò che in Germania non si permetterebbe mai! Licenziare in modo brutale e disumano, colpendo lavoratori e famiglie che chiedono solo di poter vivere del proprio lavoro.

Questo comportamento dimostra quanto poco rispetto venga riservato alle famiglie italiane, alla loro dignità e al loro sacrificio.

Nel frattempo, il Governo tace e i sindacati restano compiacenti.

Nessuno trova il coraggio di denunciare una gestione che calpesta diritti e giustizia. USB non può restare in silenzio. Al di là della vicenda legale era giusto tentare una strada diversa con le persone.

Chiediamo rispetto per i lavoratori, per le famiglie e per l’Italia.

Basta svendite. Basta silenzi. Basta ingiustizie. Non taceremo. Invitiamo tutti i dipendenti a partecipare allo sciopero generale del 28 novembre prossimo, mostrando la loro determinazione a rifiutare il metodo aziendale del gioco al massacro ed il disprezzo verso donne e uomini che sono vittime oramai due volte. 14 novembre 2025

 USB Coordinamento Nazionale Trasporto Aereo