Alitalia, i lavoratori in cig sono rimasti in mutande: in 500 le stendono davanti al MIT per sollecitare l’intervento del governo

Roma -

Oltre 500 dei quasi 4000 lavoratori Alitalia in cig hanno manifestato questa mattina a Roma davanti al MEF per chiedere al ministro Giorgetti un incontro e al governo Meloni di affrontare il problema occupazionale di migliaia di dipendenti in cassa integrazione da più di un anno e mezzo.

Una cassa integrazione sui generis, perché negli ultimi cinque mesi i lavoratori hanno percepito un solo stipendio e perché è calata la scure governativa con il taglio dell’integrazione al 60%. Per questo alle centinaia di dipendenti in presidio non è rimasto che sciorinare emblematicamente in via XX Settembre le loro mutande.

Il presidio si è tenuto proprio in coincidenza con la firma della cessione a Lufthansa del 40% di ITA Airways, il culmine di una manovra che ha visto fare spezzatino dell’ex compagnia di bandiera: il ramo Aviation ceduto ad Ita e ora a Lufthansa, la parte Handling a Swissport e la Manutenzione ad Atitech.

A tutt’oggi circa 3700 persone ancora sono in cassa integrazione a zero ore mentre le aziende si stanno rivolgendo al mercato di lavoratori stagionali o provenienti da altre aziende senza riuscire a dare prospettive all’intero comparto, che ha sofferto anche della serrata Airitaly e dei fallimenti di Blue Panorama ed altri vettori.

Swissport apre l’applicazione della clausola sociale e cede attività e personale quando ancora non è stato applicato l’accordo. Atitech ha fatto la richiesta di cassa integrazione per i lavoratori assunti. Cos’altro deve accadere? Tutto questo è inaccettabile mentre i cittadini pagano per il disastro industriale.

Ci sono purtroppo poche cose da aggiungere, ma una cosa è certa: non si può subire di più.

Se i lavoratori saranno mandati per strada ci resteranno, anche in mutande.
 

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